La magica mimica di Jerry Lewis (Joseph Levitch, 1926-2017), il “picchiatello” più famoso nella storia del cinema, in una scena di circa due minuti. Quella della macchina da scrivere invisibile (The Typewriter), che ancora in molti ricordano.
Gag geniale
Il comico americano dà vita a una gag geniale, seduto dietro una scrivania d’ufficio vuota e mimando i gesti di un dattilografo, a sincrono con la musica di sottofondo. Quella che riproduce i suoni caratteristici di una macchina da scrivere.
Dove vai sono guai
Tratta dal film del 1963 Dove vai sono guai! (Who’s Minding the store), la scena divenne il fiore all’occhiello del suo sterminato repertorio.
La perfida suocera…
Nella pellicola Jerry Lewis interpreta Norman Phiffier, ragazzo di famiglia borghese che la perfida e ricca suocera, la signora Tuttle (Agnes Moorehead, 1900-1974) vuole mettere in cattiva luce di fronte alla figlia Barbara (Jill St. John, 1940), affidandogli i compiti più difficili nella sua catena di negozi.
… e il fannullone
L’evidente scopo della signora Tuttle è di provare che il ragazzo sia un emerito fannullone, esclusivamente interessato alla ricca eredità della fidanzata.
The Typewriter
Il brano musicale che fa da base alla scena della macchina da scrivere, intitolato The Typewriter, per l’appunto, fu composto nel 1950 da Leroy Anderson (1908-1975). La registrazione per la Decca avvenne a New York l’8 settembre 1953 e la pubblicazione il mese successivo.
Un vero e proprio strumento musicale
Nel brano strumentale, la macchina da scrivere diviene un vero e proprio strumento a percussione, con l’utilizzo dei tre suoni fondamentali: quello dei tasti, il campanello che indica l’avvicinamento alla fine della riga e il ritorno del carrello alla posizione originaria.
Una vera macchina da scrivere
Per The Typewriter fu utilizzata una macchina da scrivere autentica, modificata in modo che potessero funzionare solo due tasti, per evitare un eventuale inceppamento.
Usata da un batterista
A causa della velocità di battitura imposta dai tempi musicali, per la composizione del brano al posto di uno stenografo fu chiamato un batterista, perché dotato della necessaria flessibilità del polso.
Un brano spiritoso
La critica entusiasta, definì The Typewriter uno dei brani più spiritosi e intelligenti del repertorio orchestrale.
Podcast
Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (E.M per 70-80.it)