1964. Stefano D’Orazio, dai Sunshines ai Pooh, un vergine ascendente capricorno innamorato del mare e delle percussioni

Stefano D'Orazio

Stefano D’Orazio (1948-2020) come racconta nella sua biografia, era un vergine ascendente capricorno. Pur non “capendo nulla di astrologia” (parole sue), sapeva d’essere un “rompipalle” (sempre detto da lui), particolarmente puntiglioso sul lavoro. Molto più disinvolto, invece, nel privato.

L’amore per il mare

Negli anni ‘70 Stefano D’Orazio era assiduo frequentatore del quartiere romano di Ostia, dove aveva una zia cui era molto legato. La gente lo ricorda sempre cordiale, anche quando cominciò a diventare famoso con i Pooh. Si racconta che avesse un flirt con una ragazza del posto; di sicuro frequentava spesso la costa, dove lavorava negli stabilimenti balneari per racimolare i soldi necessari ad acquistare una batteria.

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Le percussioni

Fin da piccolo, Stefano D’Orazio mostrò una spiccata predilezione per le percussioni, tanto che gli regalarono una batteria di cartone che distrusse in poco tempo a furia di picchiarci sopra.

Please, please me

Please please me, il primo album dei Beatles (1963), scatenò di nuovo in lui la passione per le percussioni. Finalmente nel 1964 con i sudati risparmi riuscì ad acquistare una batteria Hollywood rossa.

Stefano D'Orazio

I Sunshines

Con alcuni amici Stefano D’Orazio fondò il gruppo dei Sunshines specializzato in brani strumentali. Una volta acquisita la necessaria dimestichezza con gli strumenti, il gruppo dai gilet rossi, iniziò a interpretare in inglese maccheronico le canzoni registrate da Radio Luxembourg. In seguito i Sunshines si sciolsero e, a 17 anni, D’Orazio entrò a fa parte de I Naufraghi.

Comparsa al cinema

A causa dei magri guadagni derivati dall’attività musicale, Stefano D’Orazio si prestava a fare la comparsa a Cinecittà. Raccontava che per il fisico esile e i riccioli gli facevano ricoprire il ruolo di messicano nei film western, anche se una volta recitò in un film di Totò (1898-1967), nella parte di un “capellone”.

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I Pooh

Stefano D’Orazio ha fatto parte dei Pooh dal 1971 al 2009. Chi scrive ricorda come, per motivi di lavoro, abbia in più occasioni intervistato la storica formazione. Una volta in particolare, all’Hotel Hilton di Roma rimasi impressionato dalla loro professionalità e, allo stesso tempo, umiltà. Tipica solo dei gruppi e dei personaggi di grande spessore. (E.M. per 70-80.it)

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