I Giochi senza frontiere (Jeux sans frontières, JSF) furono fortemente voluti dal presidente francese Charles de Gaulle (1890-1970).
De Gaulle desiderava, infatti, che i giovani francesi e tedeschi si incontrassero in un torneo di giochi mandato in diretta televisiva (attraverso Unione Europea di Radiodiffusione – UER).
Lo scopo era rafforzare i legami tra le due nazioni, nel tentativo di ricucire i rapporti dopo la II^ Guerra Mondiale in vista della futura UE.
Giochi senza frontiere da Campanile sera
L’idea, sul piano televisivo, derivava dal programma francese Intervilles, a sua volta ispirato all’italiano Campanile sera (andato in onda dal 1959 al 1962), che aveva fondato anche il format inglese It’s a Knockout.
Cosa fanno tre francesi…
Nel 1965, tre francesi (Pedro Brime, Claude Savarit e Jean-Louis Marest) proposero l’idea dei giochi anche ad altri paesi europei che, recepitala, diedero il via ai Giochi senza frontiere come li conosciamo.
Le edizioni
La prima edizione di Giochi senza frontiere andò in onda nel 1965 e poi ogni estate ininterrottamente fino al 1982.
Sospensione e ripresa
Il programma fu poi sospeso per 6 anni per riprendere nel 1988, andando avanti fino al 1999.
Successo travolgente
Il successo di Giochi senza frontiere superò qualsiasi previsione e risultò travolgente in tutta Europa. Nel 1977 una puntata di Giochi senza frontiere fece segnare un’audience di 17 milioni di spettatori.
Anche d’estate
Anche con la ripresa del 1988 il programma ebbe un notevole successo, nonostante il periodo estivo.
Il modello delle olimpiadi
Il format consisteva in una serie di prove che le nazioni dovevano affrontare per guadagnare punti.
Jolly e fil rouge
Nelle prove in cui le nazioni si sentivano più forti potevano giocare (in molte edizioni) il jolly, che faceva raddoppiare il punteggio totalizzato, mentre, a turno, saltavano una prova per giocare (se presente) il fil rouge (termine divenuto in quegli anni d’uso comune anche in Italia insieme al jolly), una prova speciale che ogni squadra doveva affrontare individualmente.
I presentatori italiani
Come detto, in Italia il programma venne trasmesso, dall’inizio fino al 1982 (anno in cui terminò la prima serie), sul Secondo Programma, l’odierna Rai 2.
Marchetti e Vaudetti
Dal 1971 al 1977 venne condotto da Giulio Marchetti (1911-1993) e dalla presentatrice RAI Rosanna Vaudetti (1937) e trasmesso a colori già dal 1973, nonostante la televisione pubblica non avesse ancora adottato ufficialmente il colore.
Ettore Andenna
Tuttavia, come storico presentatore dei Giochi senza frontiere è ricordato Ettore Andenna (1946), che condusse le edizioni nel 1978 e poi dal 1991 al 1996.
Antenna 3
Andenna, peraltro, nello stesso anno (1978) conduceva nel nord Italia una forma di giochi senza frontiere locale, denominata la Bustarella, trasmessa dalla tv locale Antenna 3, che tra gli autori, evidentemente non a caso, annoverava anche Popi Perani di Giochi senza frontiere.