Mentre ferve più che mai sui media, complici i recenti fatti di cronaca, il dibattito sui diritti delle donne, siamo andati a scoprire la vicenda di Kathrine Switzer (1947).
Episodio simbolico
Quanto accadde più di 50 anni fa, la dice lunga su come andassero le cose in fatto di eguaglianza tra sessi negli anni ’60.
La maratona di Boston
Nel 1967, stava per svolgersi la storica maratona di Boston che si disputa ogni anno dal 19 aprile 1897. Fra gli iscritti, l’atleta americana d’origine tedesca Kathrine Switzer (1947).
Vietato alle donne
Kathrine Switzer sapeva bene che il percorso di 42,195 km era vietato alle donne, perché ritenuto troppo impegnativo.
Fisico inadeguato
Si pensava, infatti, che le donne fossero troppo deboli e che la fatica potesse addirittura compromettere le capacità riproduttive.
Quella disciplina no
Questo benchè già dal 1928 con 32 anni di ritardo rispetto agli uomini, le donne fossero state ammesse a partecipare ad altre discipline olimpiche, ma non alla maratona.
Il sotterfugio
Kathrine Switzer decisa a partecipare, furbescamente nella domanda d’iscrizione si firmò K.V. Switzer, nessuno si accorse del suo sesso fino alla partenza.
L’importante non farsi notare
Al momento in cui Kathrine Switzer si presentò a ritirare il pettorale, gli organizzatori pensarono che fosse lì incaricata da qualcun altro ovviamente uomo e non fecero caso a lei.
Bloccatela!
Una volta partita la maratona avvenne l’impensabile, a tre chilometri dalla partenza i giudici e i concorrenti provarono a bloccare Kathrine Switzer, strattonandola, cercando di farla cadere.
Il giudice di gara non ci sta
Lo stesso direttore di gara Jock Semple (1903-1988) furioso, afferrò per la felpa l’atleta, con l’intenzione di spingerla fuori dal percorso di gara.
Giro del mondo
La foto fece il giro del mondo.
Vittoria!
Però Kathrine Switzer, aiutata dal fidanzato anche lui concorrente e da altri partecipanti, resistette arrivando al traguardo. Impiegando quattro ore e venti minuti.
Quel 1972
Nonostante il clamore, solo nel 1972 il regolamento della maratona di Boston fu modificato per permettere anche alle donne di competere.
Roberta Gibb
Già nel 1966 un’altra donna Roberta “Bobbi” Gibb (1942), questa volta clandestinamente e senza pettorale, era riuscita a partecipare alla maratona di Boston.
Ancora in gara
Nel 1974 Kathrine Switzer vinse la maratona di New York. Indossando lo stesso numero di pettorale, il 261, ormai settantenne ha partecipato ancora alla maratona di Boston nel 2017. (E.M. per 70-80.it)