1985. Max Headroom anticipa il futuro dell’intelligenza artificiale. Amato all’estero in Italia sono pochi ad accorgersi di lui

Max Headroom 1

La pellicola vede come protagonista il giornalista Edison Carter (il futuro Max Headroom), che collabora con il telegiornale del Network 23. Lo stesso canale, con particolari messaggi subliminali, cerca d’influenzare le opinioni delle persone causandone problemi neuronali.

L’incidente

Dopo un incidente, la sua coscienza viene trasferita in un programma di intelligenza artificiale basato sulla sua mente.

Quella sera del 1987

Nel 1987 il personaggio divenne protagonista di un singolare caso di hackeraggio televisivo, interrompendo nella stessa sera le trasmissioni di due emittenti di Chicago per diffondere un messaggio delirante (su cui si dibatterà per anni).

Uno spiacevole caso

L’episodio fu definito Max Headroom incident ed i responsabili mai individuati o dichiaratisi nonostante l’intervenuta prescrizione del reato. Questa la storia.

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La storia

Al giorno d’oggi con la tecnologia galoppante e grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale, un personaggio come Max Headroom probabilmente rischierebbe d’essere ignorato.

Gli anni ‘80

Negli anni ’80 invece l’immagine di Max Headroom generata dal computer rappresentò una tale novità da disorientare non poco il pubblico televisivo.

Rocky Morton…

Sulla scia del successo dell’americana MTV , l’idea di un veejay  che impattasse fortemente sul teleschermo venne a Rocky Morton (1955) regista del britannico Channel 4.

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… e i suoi collaboratori

Coadiuvato da George Stone e Annabel Jankel (1955), Rocky Morton pensò a un personaggio virtuale .

Nasce Max Headroom

Purtroppo la tecnologia dell’epoca non permetteva un simile progetto, allora si pensò a una figura in carne ed ossa travestita da essere sintetico.

Matt Frewer

Max Headroom  aveva le sembianze dell’attore americano- canadese Matt Frewer (1958).

Max Headroom 2

Il personaggio

Il personaggio era truccato con delle protesi, indossava particolari lenti a contatto (poi sostituite da un paio d’occhiali ), un abito modellato in plastica e appariva seduto davanti a uno schermo scuro con effetti vari.

Vero o falso

Il risultato ottenuto si rivelò tale da far credere al pubblico d’avere realmente davanti un personaggio generato dal computer, come recitava la pubblicità che lo accompagnava.

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Esagerazione satirica

Caratterizzato dalla balbuzie e dalla voce mutevole, la personalità di Max doveva essere un’esagerazione satirica delle peggiori tendenze dei conduttori televisivi degli anni ’80 che volevano fare appello alla cultura giovanile, ma non ne facevano parte.

Max Headroom : 20 minutes Into the Future

Il personaggio apparì per la prima volta nell’aprile 1985 nel film tv britannico Max Headroom: 20 Minutes Into the Future.

Le origini

Il film per la televisione nacque per raccontare le origini del personaggio, prima che iniziasse ad apparire regolarmente come presentatore e veejay di un nuovo programma di video musicali su Channel 4, chiamato The Max Headroom Show.

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Edison Carter

La pellicola vede come protagonista il giornalista Edison Carter interpretato da Matt Frewer.

Max Headroom 4

Il Network 23

Carter collabora con il telegiornale del Network 23. Lo stesso canale, con particolari messaggi subliminali, cerca d’influenzare le opinioni delle persone causandone problemi neuronali.

La fuga

Una volta scoperto l’arcano Edison Carter tenta la fuga in motocicletta, individuato dai suoi inseguitori.

Altezza massima

Ma si schianta contro una sbarra calata nel frattempo che recita Max Headroom 2, 3 metri (altezza massima) e perde i sensi.

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Intelligenza artificiale

La sua coscienza viene così trasferita in un programma di intelligenza artificiale basato sulla sua mente.

L’alter ego

Carter riesce a cavarsela, me nel frattempo il suo alter ego Max Headroom, come la scritta del segnale stradale, diviene il primo conduttore televisivo virtuale.

Max Headroom 3

La versione americana

Nel 1987 Max Headroom approdò sull’americana Abc con un telefilm che portava il suo nome composto da due sole stagioni.

Un mondo cyberpunk

Durante la serie composta in tutto da 14 episodi, Max Headroom e Edison Carter combattono alleati contro lo status quo di un mondo cyberpunk.

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Serie cult

La serie, di scarso successo in America così come in Italia, quando andò in onda nel 1989, viene comunque ricordata come pietra miliare della cultura pop.

Hacking televisivo

Nel 1987 il personaggio (in realtà un uomo con la maschera di Max) divenne protagonista di un singolare caso di hackeraggio televisivo.

Doppia interferenza

Interrompendo nella stessa sera  le trasmissioni di due emittenti di Chicago – inserendosi, con elevata competenza e disponibilità tecnologica, sulle tratte di collegamento verso i ripetitori delle stazioni – per diffondere un messaggio delirante, senza alcun particolare significato di protesta sociale, politica, culturale (circostanza che ha favorito nei decenni successivi infinite speculazioni su possibili contenuti subliminali).

Max Headroom incident

L’episodio fu definito Max Headroom incident ed i responsabili non furono mai individuati al tempo delle indagini, né si dichiararono successivamente a prescrizione del reato maturata e quindi senza conseguenze penali ravvisabili.

Testimonial pubblicitario

L’essere virtuale divenne popolare al punto da essere testimonial della Coca Cola.

Paranoimia

Nel 1986 The Art of Noise realizzarono il videoclip della loro Paranoimia con protagonista lo stesso Max Headroom.

Il reboot

Da qualche mese si rincorrono le voci di un ritorno di Max Headroom sempre interpretato da Matt Frewer.

Su AMC

La nuova serie dovrebbe essere trasmessa dalla AMC e prodotta dalla SpectreVision di Elijah Wood (1981)

Podcast

Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (E.M per 70-80.it)

 

 

 

 

 


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