La pellicola vede come protagonista il giornalista Edison Carter (il futuro Max Headroom), che collabora con il telegiornale del Network 23. Lo stesso canale, con particolari messaggi subliminali, cerca d’influenzare le opinioni delle persone causandone problemi neuronali.
L’incidente
Dopo un incidente, la sua coscienza viene trasferita in un programma di intelligenza artificiale basato sulla sua mente.
Quella sera del 1987
Nel 1987 il personaggio divenne protagonista di un singolare caso di hackeraggio televisivo, interrompendo nella stessa sera le trasmissioni di due emittenti di Chicago per diffondere un messaggio delirante (su cui si dibatterà per anni).
Uno spiacevole caso
L’episodio fu definito Max Headroom incident ed i responsabili mai individuati o dichiaratisi nonostante l’intervenuta prescrizione del reato. Questa la storia.
La storia
Al giorno d’oggi con la tecnologia galoppante e grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale, un personaggio come Max Headroom probabilmente rischierebbe d’essere ignorato.
Gli anni ‘80
Negli anni ’80 invece l’immagine di Max Headroom generata dal computer rappresentò una tale novità da disorientare non poco il pubblico televisivo.
Rocky Morton…
Sulla scia del successo dell’americana MTV , l’idea di un veejay che impattasse fortemente sul teleschermo venne a Rocky Morton (1955) regista del britannico Channel 4.
… e i suoi collaboratori
Coadiuvato da George Stone e Annabel Jankel (1955), Rocky Morton pensò a un personaggio virtuale .
Nasce Max Headroom
Purtroppo la tecnologia dell’epoca non permetteva un simile progetto, allora si pensò a una figura in carne ed ossa travestita da essere sintetico.
Matt Frewer
Max Headroom aveva le sembianze dell’attore americano- canadese Matt Frewer (1958).
Il personaggio
Il personaggio era truccato con delle protesi, indossava particolari lenti a contatto (poi sostituite da un paio d’occhiali ), un abito modellato in plastica e appariva seduto davanti a uno schermo scuro con effetti vari.
Vero o falso
Il risultato ottenuto si rivelò tale da far credere al pubblico d’avere realmente davanti un personaggio generato dal computer, come recitava la pubblicità che lo accompagnava.
Esagerazione satirica
Caratterizzato dalla balbuzie e dalla voce mutevole, la personalità di Max doveva essere un’esagerazione satirica delle peggiori tendenze dei conduttori televisivi degli anni ’80 che volevano fare appello alla cultura giovanile, ma non ne facevano parte.
Max Headroom : 20 minutes Into the Future
Il personaggio apparì per la prima volta nell’aprile 1985 nel film tv britannico Max Headroom: 20 Minutes Into the Future.
Le origini
Il film per la televisione nacque per raccontare le origini del personaggio, prima che iniziasse ad apparire regolarmente come presentatore e veejay di un nuovo programma di video musicali su Channel 4, chiamato The Max Headroom Show.
Edison Carter
La pellicola vede come protagonista il giornalista Edison Carter interpretato da Matt Frewer.
Il Network 23
Carter collabora con il telegiornale del Network 23. Lo stesso canale, con particolari messaggi subliminali, cerca d’influenzare le opinioni delle persone causandone problemi neuronali.
La fuga
Una volta scoperto l’arcano Edison Carter tenta la fuga in motocicletta, individuato dai suoi inseguitori.
Altezza massima
Ma si schianta contro una sbarra calata nel frattempo che recita Max Headroom 2, 3 metri (altezza massima) e perde i sensi.
Intelligenza artificiale
La sua coscienza viene così trasferita in un programma di intelligenza artificiale basato sulla sua mente.
L’alter ego
Carter riesce a cavarsela, me nel frattempo il suo alter ego Max Headroom, come la scritta del segnale stradale, diviene il primo conduttore televisivo virtuale.
La versione americana
Nel 1987 Max Headroom approdò sull’americana Abc con un telefilm che portava il suo nome composto da due sole stagioni.
Un mondo cyberpunk
Durante la serie composta in tutto da 14 episodi, Max Headroom e Edison Carter combattono alleati contro lo status quo di un mondo cyberpunk.
Serie cult
La serie, di scarso successo in America così come in Italia, quando andò in onda nel 1989, viene comunque ricordata come pietra miliare della cultura pop.
Hacking televisivo
Nel 1987 il personaggio (in realtà un uomo con la maschera di Max) divenne protagonista di un singolare caso di hackeraggio televisivo.
Doppia interferenza
Interrompendo nella stessa sera le trasmissioni di due emittenti di Chicago – inserendosi, con elevata competenza e disponibilità tecnologica, sulle tratte di collegamento verso i ripetitori delle stazioni – per diffondere un messaggio delirante, senza alcun particolare significato di protesta sociale, politica, culturale (circostanza che ha favorito nei decenni successivi infinite speculazioni su possibili contenuti subliminali).
Max Headroom incident
L’episodio fu definito Max Headroom incident ed i responsabili non furono mai individuati al tempo delle indagini, né si dichiararono successivamente a prescrizione del reato maturata e quindi senza conseguenze penali ravvisabili.
Testimonial pubblicitario
L’essere virtuale divenne popolare al punto da essere testimonial della Coca Cola.
Paranoimia
Nel 1986 The Art of Noise realizzarono il videoclip della loro Paranoimia con protagonista lo stesso Max Headroom.
Il reboot
Da qualche mese si rincorrono le voci di un ritorno di Max Headroom sempre interpretato da Matt Frewer.
Su AMC
La nuova serie dovrebbe essere trasmessa dalla AMC e prodotta dalla SpectreVision di Elijah Wood (1981)
Podcast
Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (E.M per 70-80.it)