1989. Un hard disk difettoso distrugge la carriera dei Milli Vanilli, due rapper affascinanti che avevano conquistato il cuore di milioni di fan (e un Grammy Award)

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Girl You Know it’s True: ragazza, lo sai, è vero, recita la strofa più famosa del brano più conosciuto dei Milli Vanilli, gruppo cult della fine degli anni ‘80. Ironico, visto che true proprio non era, quantomeno non era vero che fossero i due affascinanti afro-europei a cantarla. Per ironia della sorte, proprio su quella strofa andò a schiantarsi la loro breve, folgorante carriera.

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Un duo composto da cinque persone 

Il duo di cantanti era composto da cinque persone, tre uomini (Charles Shaw, 1960; John Davis, 1954-2021; Brad Howel, 1968-2003) e due donne (Jodie e Linda Rocco, 1966, da quanto capiamo conosciute come Gina Mohammed, cfr. la copertina dell’album più oltre).

Rob & Fab

Il duo di performer era invece composto da due persone, il volto dei Milli VanilliFabrice “Fab” Maxime Sylvain Morvan (1966) e Robert Pilatus (1965-1998). 

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Facetime 

Il motivo per cui l’immagine pubblica dei Milli Vanilli non corrisponde a quella dei cantanti potrebbe forse essere dedotto osservando le immagini. 

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Una questione d’immagine 

Decisamente i volti dei due protagonisti (a sinistra nelle foto) sono più affascinanti di quelli delle loro voci (a destra). 

Storia complessa

Verrebbe da concludere che i due e il produttore Frank Farian (1941-2024) avessero architettato a tavolino il falso per associare due ottime voci a due ottime immagini. Ma la storia è un po’ più articolata. 

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Una mezza verità 

Rob e Fab erano effettivamente cantanti e avevano anche pubblicato alcuni brani con i propri nomi prima di diventare Milli Vanilli. Ed è proprio come cantanti che si presentano nel 1988 al produttore.

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Un provino deludente

Purtroppo per loro il provino, dove interpretano quello che sarebbe diventato il loro più grande successo, non soddisfa Farian, che decide di utilizzare provvisoriamente delle voci differenti. 

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Boney M 

Farian peraltro non era nuovo a questo espediente: l’altro caso famoso è quello dei Boney M dove il lead singer (Roberto Alfonso “Bobby” Farell, 1949-2010) era solo un volto prestato alla voce di Farian stesso.
Nel caso dei Milli Vanilli la soluzione provvisoria diviene definitiva quando Girl You Know It’s True riscontra un improvviso e travolgente successo: troppo tardi per disassociare le voci dai volti. 

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Un successo travolgente 

L’album di debutto del gruppo vende oltre 6 milioni di copie e brani quali Girl You Know It’s True, Baby Don’t Forget My Number, Blame It On the Rain, Girl I’m Gonna Miss You raggiungono sistematicamente le Top 10 nei principali mercati. 

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Lip-sync 

Tutte le performance live e televisive del duo sono dunque in lip-sync (quello che noi italiani chiamiamo playback), con Rob e Fab che mimano l’atto di cantare mentre la regia audio manda la registrazione dei vari brani.

Girl You Know It’s Girl You Know It’s Girl You Know It’s Girlt’s You Know It’s

Purtroppo il 21 luglio 1989, durante una trasmissione in diretta da MTV, l’hard disk (o forse il programma) utilizzato per l’audio ha uno stranissimo difetto: la strofa “Girl You Know It’s True si trasforma in “Girl You Know It’s Girl You Know It’s Girl You Know It’s…“, una ripetizione a loop che sembra eterna. Il duo – non sapendo cosa fare – abbandona il palco lasciando i soli musicisti a gestire la situazione 

We don’t care 

Fan e groupie presenti al live non sembrano accorgersi di nulla; con qualche “F*” word (epiteto) il produttore riesce a convincere i due a tornare sul palco e terminare il concerto (dopo – immaginiamo – aver assestato una sana botta al computer, come facevamo tutti quando si incantava un 33 giri). 

We care 

Purtroppo stampa specializzata e pubblico televisivo non prendono bene l’episodio: i Milli Vanilli cantano in playback! Anzi, a ben pensarci la loro voce non assomiglia per nulla a quella di quando parlano nelle interviste.  

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Copertine 

In breve tempo nascono dubbi sul gruppo, esacerbati dalla sortita di Shaw che chiama i due “impostori” asserendo (correttamente) di essere lui una delle due (cinque) voci. E poi, a ben vedere, la copertina della versione statunitense dell’album riporta un po’ troppi nomi… 

150.000 dollari

In ogni caso l’affermazione di Shaw viene successivamente ritirata (non abbiamo trovato con quali esatte parole). Si saprà successivamente come per ottenerne il silenzio Farian avesse pagato 150.000 dollari al cantante. 

Intel Inside 

Alla fine degli anni ‘80 una società statunitense, la AMD- Advanced Micro Devices ottiene un buon successo producendo cloni dei famosi processori Intel per i PC dell’epoca (i ‘386 e ‘486 di pessima memoria).

La causa

Le due società entrano in causa e uno dei fondatori di Intel, Andy Grove (1936-2016) fa sistematicamente riferimento pubblico alla vicenda senza mai chiamare per nome la AMD.

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Vanilli Inside 

Per citarla parla invece de i Milli Vanilli dei semiconduttori, lasciando confusi gli analisti del settore informatico, che evidentemente a MTV preferivano The Computer Channel. 

Un triste epilogo 

Dopo il disastro MTV la vita dei due front man dei Vanilli incontra grandi difficoltà, con numerosi tentativi di affermarsi come veri cantanti che risultano in vendite irrisorie.

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1997

Finalmente nel 1997 Farian accetta di produrre nuovamente un album per il duo, che questa volta potrà cantare in prima persona.

Back and in Attack

Titolo dell’album: Back and in Attack. Ma ormai la vita personale di uno dei due, Pilatus, ha preso una strada oscura, tra droga e atti di piccola criminalità. Pilatus muore di overdose nell’aprile del 1998, subito prima dell’inizio del tour promozionale per il nuovo album, che viene immediatamente cancellato. 

Blame it on the producer 

Se si pensa a Rob e Fab come a due impostori si commette a nostro avviso un errore. I Vanilli erano piuttosto due giovani che desideravano solo esprimersi e guadagnare un po’ di fama e dollari, vittime di un produttore dalla dubbia morale e con una ottima abilità nel redigere contratti capestro fortemente vincolanti.

Cosa resta dei Vanilli

A noi restano le canzoni che – indipendentemente dal look dei cantanti – ci piace tuttora riascoltare, magari proprio da un 33 giri con tendenza a incantarsi. (M.H.B. per 70-80.it)    


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