Negli anni ’60 e ’70, generalmente si giocava a biglie in strada o comunque sul cemento, in quanto uno dei requisiti era la presenza di una superficie piana. Ovvio, visto che la forma più classica del gioco consisteva nel colpire con l’unghia del dito medio o dell’indice la biglia appoggiata per terra per farla correre verso un obiettivo.
Tecniche
L’abilità consisteva nelle personali tecniche di posizionamento della mano raso terra e, naturalmente, nella forza dello scatto e nella capacità di indirizzare la biglia verso il target.
Il target
Di norma costituito da altre biglie.
Il mucchio selvaggio
Un’altra ipotesi di gioco era quella delle biglie nel mucchio.
Quest’ultima imponeva la creazione di un cerchio con un raggio di circa 15 cm, entro il quale tutti i giocatori ponevano una biglia creando un cumulo.
Step
Il passo successivo prevedeva che ogni giocatore, in piedi, facesse cadere sopra il mucchio un’altra biglia con l’obiettivo di farle muovere all’esterno del cerchio.
Il vincitore
Vinceva il player che raccoglieva il maggior numero di biglie, fino a che nel cerchio non ne fosse rimasta solo una.
Il percorso ad ostacoli
Un’altra soluzione, che presupponeva l’utilizzo di una diversa superficie, era quella del circuito.
Ideale tracciato in questo caso era quello sulla terra o sulla sabbia, dove potevano essere costruiti percorsi più o meno complicati lungo i quali far correre la biglia verso il traguardo.
L’inseguimento e le buche
Altre varianti, abbastanza intuitive, erano quelle delle biglie ad inseguimento, che constava nel colpire la biglia dell’avversario che diveniva propria o quello delle buche, come col gioco del golf.
Varianti
Siamo tuttavia certi che siano esistite infinite varianti del gioco della biglie, che tutti noi ricordiamo con grande affetto.