Teoricamente, il grembiule doveva servire a non sporcarsi. Comprensibile, in un’epoca in cui l’inchiostro veniva prelevato col pennino da un calamaio posto sul banco.
La finalità più sottile del grembiule, tuttavia, era di natura educativa: era un’uniforme. Come dicono i sociologi: una forma di progressivo condizionamento psicologico verso l’ordine sociale.
Ordini elementari per imparare le logiche corporative
Basti pensare, del resto, agli appellativi degli scolari precedentemente alla Seconda guerra mondiale: Balilla, Figlio della Lupa, Piccola italiana, Avanguardista.
Target
Il target dell’era fascista era infatti collocare studenti in ordini. Ognuno con la sua particolare divisa, a seconda dell’età. Evidentemente nell’ottica di un indottrinamento corporativistico.
Grembiule nero ultimo retaggio fascista?
Con la fine della guerra – e soprattutto del Fascismo – cambia il look nelle scuole.
Niente gesti inneggianti, cappelli, divise da piccoli soldatini, ma un grembiule di normalizzazione sociale. Nero e con fini protettivi.
Aspetti pratici
D’altra parte, in un’epoca in cui la scuola dell’obbligo finiva con la quinta elementare e per andare a lavorare bastavano anche meno di 10 anni, i bambini dovevano essere preparati anche agli aspetti pratici.
Variazione cromatica
Successivamente, avvenne una prima variazione cromatica: il grembiule divenne bianco per le ragazze, mentre rimase nero per i maschietti.
La rivoluzione del ’68
Poi arrivò il rivoluzionario ‘68, che travolse le divise nelle scuole superiori, lasciandole in quelle inferiori dalla fine del decennio.
Sessismo?
D’altro canto, alle superiori, il grembiule era richiesto soprattutto alle ragazze. Una pretesa sessista. Intollerabile per i sessantottini.
Le resistenze
Ma per le classi inferiori le resistenze culturali erano ancora forti.
Il punto di vista di Rodari
Proprio nel 1968 sul Corrierino dei piccoli, lo scrittore per l’infanzia Gianni Rodari (1920-1980) scriveva: «Se non ci fosse il grembiulino i bambini poveri avrebbero l’umiliazione di mostrare le loro toppe nei pantaloni ai bambini ricchi, vestiti come figurini».
I colori rosa, bianco, blu e azzurro
Però il treno era partito alla massima potenza. Così, nel frattempo, cambiavano ancora i colori: il generico nero lasciava spazio al grembiule di color rosa e bianco per le bambine, blu o azzurro per i bambini. Accompagnato da un fiocco.
Individualismo
La nuova era bussava alla porta. Ed aveva un nome: individualismo.
Podcast
Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (M.L. per 70-80.it)