La trama dei musicarelli (acronimo di musica e carosello nato negli studios cinematografici romani negli anni ’60) era (quasi) sempre esile. D’altra parte, non era il film a lanciare la colonna sonora, ma la canzone (già) di successo su cui, in fretta e furia, si costruiva la pellicola. In sostanza, i musicarelli erano antesignani dei videoclip.
Effetti comici e recitazione approssimativa dei musicarelli
Gli effetti del modello erano spesso esilaranti; anche perché non era affatto detto che un bravo cantante fosse anche un altrettanto valido attore; anzi.
Un film in 5 settimane
Peraltro, la necessità di cavalcare il successo musicale (spesso di pochi mesi), imponeva la realizzazione del film in cinque o sei settimane. Con inevitabili deroghe alla qualità della pellicola.
Matusa e capelloni
Inoltre, dato il target di riferimento (generalmente i giovani), accadeva spesso che i musicarelli si riducessero al canzonamento dei matusa (gli adulti) da parte dei capelloni (i giovani), nell’ambito dei consueti contrasti generazionali.
Mare & amore
L’ambientazione era spesso balneare o metropolitana, radicata sulle classiche vicissitudini sentimentali del protagonista. Con scontato lieto fine basato sulla hit che quasi sempre formava anche il titolo civetta del film.
Trama (quasi sempre) inesistente
La trama, come detto, era spesso insignificante e, d’altra parte, gli spettatori erano perlopiù attratti dalla possibilità di vedere le esibizioni dei cantanti più che assistere alle vicende narrate.
L’alba
L’esordio dei musicarelli risale alla fine degli anni ’50 e l’apice è raggiunto nella seconda metà dei ’60, con l’apoteosi della musica beat.
I musicarelli più famosi
Tra le pellicole d’esordio sono da annotare I ragazzi del juke-box (1959) – costruito sulla canzone di Adriano Celentano (1938), edita sul lato B del disco a 45 giri che comprende anche Il tuo bacio è come un rock – e gli Urlatori alla sbarra (1960) – fondato su brani di Celentano e Mina (Mina Anna Maria Mazzini, 1940) e trama incentrata sui cosiddetti teddy-boys –.
Esempi
Esempi classici di musicarelli elaborati intorno a brani di successo sono anche Lisa dagli occhi blu dalla canzone di Mario Tessuto (Mario Buongiovanni, 1943), Nessuno mi può giudicare con Caterina Caselli (1946) e Zum Zum Zum – La canzone che mi passa per la testa (1968), dalla sigla di Canzonissima 68, lanciata da Sylvie Vartan (1944) e Mina.
I protagonisti
Tra i principali protagonisti dei musicarelli, in breve si susseguono: Gianni Morandi (1944), Little Tony (Antonio Ciacci, 1941-2013), Al Bano (Albano Antonio Carrisi, 1943), Rita Pavone (Rita Ori Filomena, 1945), Mal (Paul Bradley Couling, 1944), Tony Renis (Elio Cesari, 1938), Bobby Solo (Roberto Satti, 1945) e Orietta Berti (Orietta Galimberti, 1943).
Il tramonto
L’ultima produzione rilevante tra i musicarelli è del 1970: Lady Barbara, basato sul brano di Renato dei Profeti (Renato Brioschi, 1948).