Anni 70-80. I telefoni per auto già diffusi nel mondo cominciano a circolare anche in Italia. La qualità del servizio lascia a desiderare

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Spesso incassati nel bracciolo anteriore, nel cruscotto o in prossimità del cambio, a metà degli anni ‘80 i telefoni cellulari per auto fecero la loro comparsa anche in Italia.

Origini scandinave

Gli albori della tecnologia risalgono al 1910, quando Lars Magnus Ericsson (1846-1926), ingegnere svedese, installò un telefono nella sua auto.

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Procedura macchinosa

La macchinosa procedura prevedeva che per far funzionare l’apparecchio bisognasse collegarlo con  lunghi fili elettrici ai pali telefonici installati lungo il tragitto.

Scarsamente popolare

Va da sé che una simile caratteristica rese l’invenzione scarsamente popolare.

Telefoni per auto 3

Successo americano

Negli Usa i telefoni per auto iniziarono a diffondersi negli anni ’40 e ’50 con l’installazione di apposite torri riceventi.

Come un’autoradio

Le prime automobili avevano un ricetrasmettitore a bordo con un’antenna simile a quella delle autoradio

Telefoni per auto 2

Le stazioni radio base…

La rete consisteva in una serie di stazioni radio base con un trasmettitore che aveva la stessa frequenza del ricevitore del telefono sull’auto.

…. e il ricevitore

Assieme al ricevitore che aveva la stessa frequenza del trasmettitore del telefono sull’auto, il sistema prevedeva pure un circuito duplex che consentiva di usare l’antenna in ricezione e trasmissione.

Bell Telephone Company

Il servizio offerto dalla Bell Telephone Company e per questo definito Bell System fu utilizzato per la prima a St. Louis (Missouri) il 17 giugno 1946.

Il Teledrin

In Italia l’arrivo dei telefoni per auto venne anticipato dal radio avviso veicolare, meglio conosciuto come Teledrin.

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Reperibilità immediata

Il sistema installato sulle autovetture consentiva di ricevere sempre degli avvisi quando chi era a bordo non era reperibile sul telefono di casa.

La TACS

Telefoni per auto e cercapersone funzionavano su rete 1G , chiamata in Italia TACS (Total Access Communication System).

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Telefoni da asporto

Alcuni modelli potevano essere staccati dall’interno dell’auto e portati appresso assieme alle pesanti batterie. Un modo non proprio pratico di restare sempre collegati con l’ambiente circostante.

Costi elevati

Gli apparecchi telefonici potevano costare diversi milioni di lire, anche le tariffe non erano esattamente economiche. In taluni casi c’erano grossi problemi di ricezione.

 

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La Sip

In Italia il servizio TACS fu lanciato nel 1990 dalla SIP (diventata poi Telecom Italia S.p.A), che deteneva il monopolio dell’industria delle telecomunicazioni.

L’Etacs

L’ETACS, evoluzione del TACS, permise di aumentare le frequenze disponibili allargando il potenziale numero di comunicazioni attive simultaneamente.

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Problemi a non finire

Tale tecnologia presentava dei limiti e delle problematiche nonostante l’introduzione della tecnica FDM (multiplazione a divisione di frequenza), che divideva il canale di trasmissione in sottocanali, per evitare le interferenze.

Bye bye telefoni da auto

L’avvento della nuova tecnologia segnò la distribuzione in massa dei telefoni cellulari, mandando in soffitta il telefono radiomobile e i telefoni per auto.

 


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