Senza un particolare sforzo, questi termini risveglieranno in voi ricordi che pensavate di aver rimosso: “ciospo”, “giusto”, “lumare”, “madama”, “limonare”, “paccare”, “spina”.
Appartenevano ad uno slang che si accompagnava generalmente ad un intercalare sofisticato, con continui “dunque”, “cioè”, “al limite”, “nella misura in cui”, “portare avanti una linea”, “a livello di gestione”, “mozione di base”, “a monte”, “a valle”, “cane sciolto”.
Figli del ’68
Figlio della cultura sessantottina, lo slang dei giovani italiani degli anni ’70 era contaminato dal gergo politichese dei numerosissimi convegni che si tenevano ovunque e per le più disparate motivazioni. Femminismo, rivendicazione salariale, politiche economiche, guerre, ma anche controcultura, musica, libri, poesia, film, ecc.
Sinistrese
Uno slang che veniva sarcasticamente definito “sinistrese” e che si componeva di un intercalare saggistico, di “dunque”, “cioè” (inteso come somma di ciò + è), “al limite”, “nella misura in cui”, “portare avanti una linea”, “a livello di gestione”, “mozione di base”, “a monte”, “a valle”, “cane sciolto”, “problematiche”, “strutturale”.
Fra virgolette
Frasi fatte come “certi del garantismo, confortati dall’equilibrismo”, mischiate ai tanti “tra virgolette”, “a prescindere” e “pallosa”, rendevano logorroico e spesso incomprensibile il discorso.
Gergale
Il sofisticato linguaggio sindacale-burocratico, che caratterizzava ragazzi definiti “impegnati“, che enunciavano “convergenze parallele”, aveva comunque un contraltare di minor livello, colloquiale, composto da esclamazioni di commento, come “cazzo”, “bestiale”, “pazzesco”, “spaziale”, “caspita”, “che forza”, “stupendo”, “casino” (esempio: “è un casino”, “ti ringrazio un casino”, “dev’essere un casino sola”).
Dal politicamente impegnato al disimpegno del paninaro
Era la stagione del “politicamente impegnato” che faceva figo (anzi, togo) e che, dieci anni dopo avrebbe ceduto il passo al disimpegno politico del “paninaro”, che, ponendosi esattamente all’opposto, metteva al centro degli interessi edonismo ed apparenza, esprimendo disinteresse verso ogni impegno sociale che travalicasse il mero divertimento.
Desemplificazione
Un linguaggio, quello degli studenti anni ’70 appartenenti allo schema descritto, che, a dispetto delle apparenze, finiva per essere inutilmente complicato e generalmente fine a se stesso. Impiegato, cioè, non per comunicare, ma per imporre un modello. Tanto che “complicato” diveniva mero sinonimo di “desemplificato“.
Ciospo
Ad un certo punto tra i giovani del periodo si creò un modello di lingua parallela, con termini propri, codificati (che poi sarebbe stato pedissequamente replicato nelle generazioni successive fino ad oggi), come “ciospo” (identificativo di brutto, sgradevole, sgraziato o anche vecchio), contrapposto a “giusto” (stimato), che si sarebbe evoluto negli anni ’80 in “troppo giusto” (assorbito dallo slang dei citati paninari) o “lumare” (guardare con eccessivo desiderio) o “panato” (fregato).
Madama
Ma anche “pula” o “madama” per identificare la polizia (dal romano Palazzo Madama, oggi sede del Senato), “nisba” (niente o semplicemente no), “caramba” per i carabinieri, “matusa” (eredità degli hippies per appellare gli adulti, forma breve di Matusalemme).
Il sesso
Sul piano sessuale si affermarono termini come “pomiciare” (amoreggiare), “limonare” (baciare pronfodamente), “mollarsi” (lasciarsi) e su quello comportamentale “paccare”, alternati a mutuazioni del gergo da caserma come “spina” (ultimo arrivato e quindi imbranato) o “spinello” (sigaretta con marijuana o hashish).
Podcast
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La summa di Rino
Una summa dello slang anni ’70 la si trova in Nuntereggae Più del compianto Rino Gaetano (1950-1981). (M.L. per 70-80.it)