Eravamo nel settembre del 1982, un anno dopo l’esordio negli USA, quando sugli schermi italiani comparve una nuova serie televisiva considerata l’antagonista della già famosissima Dallas. Il suo nome era Dynasty.
Da Rete 4 a Canale 5
Trasmessa inizialmente su Rete 4 – allora di proprietà della Arnoldo Mondadori Editore – nel 1984, dopo l’acquisizione della rete da parte di Fininvest, la serie traslocò su Canale 5, dove andò in onda per nove stagioni fino al 1989.
Ritorno nel 1992
Solo nel 1992 fu trasmessa, ancora su Rete 4, una miniserie di due puntate intitolata Dynasty: ultimo atto, in cui si concludevano tutte le vicende rimaste in sospeso dall’ultima stagione.
L’iconica Joan Collins nei panni di Alexis
Dopo un inizio poco esaltante in termini di ascolti, la seconda stagione vide letteralmente esplodere il gradimento degli spettatori, soprattutto grazie all’entrata in scena dell’attrice britannica Joan Collins (1933) che, dopo il rifiuto di Sophia Loren (1934), vestì i panni di Alexis.
Perfida
Cioè la “perfida” ex moglie di Blake Carrington, capostipite della famiglia, interpretato da John Forsythe (1918-2010), dopo la rinuncia di George Peppard (1928-1994).
Le intricate vicende della famiglia Carrington
Riuscire a descrivere in dettaglio la trama della serie diventa quasi impossibile.
Di fatto, gli eventi raccontati avevano come sfondo la città di Denver in Colorado e giravano intorno alle intricatissime vicende della famiglia Carrington – guarda caso anche loro petrolieri come gli Ewing di Dallas – e alla loro rivalità con gli antagonisti Colby.
I cliffhanger
Tra rapimenti, morti presunte, omicidi, divorzi, disastri aerei, litigi, amnesie, la serie abbondava di quelli che in gergo narrativo vengono definiti cliffhanger, ovvero finali sospesi, con l’intento di tenere alta l’attenzione e la curiosità negli spettatori, nel più classico stile americano.
Il “massacro di Moldavia”
A tal proposito famoso rimase l’episodio conclusivo della quinta stagione, definito il “massacro di Moldavia”, in cui praticamente tutti i personaggi principali si ritrovarono in Moldavia per celebrare il matrimonio tra una componente della famiglia e l’erede al trono.
Colpo di Stato
Anche se nel Paese era in corso un colpo di Stato, tanto che un gruppo di guerriglieri armati entrò nel palazzo durante la funzione nunziale e iniziò a sparare sugli ospiti.
Tutti morti. Forse
La puntata, e la stagione, si chiuse mostrando tutti i personaggi distesi a terra apparentemente senza vita, preludio per gli eventi raccontati nella stagione successiva.
Delusione per i superstiti
Nonostante la buona scrittura di questo cliffhanger, anche grazie all’aiuto di Camille Marchetta (1940), già madrina di un altro storico colpo di scena delle serie televisive quello di Chi ha sparato a J.R.?, la banalità con cui fu risolto l’esito del massacro, in cui, alla fine, solo due personaggi minori rimasero uccisi, lasciò molto delusi gli spettatori.
Il “salto dello Squalo”
Al punto che, da quel momento, essi mostrarono un crescente disinteresse verso la serie, che registrò un continuo calo degli ascolti. Quello, cioè, che in gergo televisivo viene definito come “il salto dello squalo” (di cui ci siamo già occupati per la serie Happy Days).
Rock Hudson
Ma ci fu un altro evento, stavolta involontario, che creò molto rumore intorno alla serie: fu la partecipazione di Rock Hudson (1925-1985), che in un episodio si trovò a baciare Linda Evans (1942) malgrado, come rivelato poco dopo, fosse già affetto dal virus dell’AIDS. Così alimentando una serie di illazioni sul pericolo per la Evans di essere infettata da quel bacio.
Nessun timore
Ovviamente la cosa non avvenne, visto che il virus HIV fu dimostrato non trasmettersi con i baci.
Camei famosi
Ad ogni buon conto, anche se la critica cinematografica americana non risparmiò considerazioni poco lusinghiere alla serie, definendola “reaganiana”, con “due clan disfunzionali” o addirittura “un melodramma aggressivamente trash, ancorato a un paio di potenti personaggi femminili, che erano la risposta al carismatico antieroe J.R. Ewing”, Dynasty, che in principio si doveva intitolare Oil, rimane comunque una delle serie più famose e seguite degli anni ‘80 sia negli Stati Uniti che qui in Italia.
Ford e Kissinger
Tanto che perfino l’ex presidente americano Gerald Ford (1913-2006), sua moglie e il suo Segretario di Stato Henry Kissinger (1923-2023) non disdegnarono un cameo all’interno della serie.
Trump escluso
Non solo. Anche il futuro presidente Donald Trump (1946) chiese di far parte del cast. Invano però, visto che tutti i ruoli erano già stati assegnati. (M.A.G. per 70-80.it)