Quando si pensa al fenomeno delle supermodel si è portati a localizzarlo negli anni 90. In realtà sono gli anni 80 ad aver dato vita alla mitizzazione della figura dell’indossatrice, fino ad allora semplice mannequin che usciva solo sporadicamente dall’anonimato. È in questo decennio che le modelle diventano delle proprie star e per molti versi possono esserne considerate un prodotto tipico.
The Trinity…
La storia delle supermodel è iniziata a metà degli anni 80, quando il trio composto da Linda Evangelista (1965), Christy Turlington (1965) e Naomi Campbell (Naomi Elaine Campbell, 1970) venne lanciato dal fotografo Steven Meisel (1954) e battezzato The Trinity.
British Vogue
Il servizio che Meisel realizzò per il British Vogue diede inizio alla loro carriera.
…e le Big Six
Ad esse si aggiunsero in seguito Cindy Crawford (Cynthia Ann Crawford, 1966), Claudia Schiffer (Claudia Maria Schiffer, 1970) e Tatjana Patitz (1966-2023) e il gruppo divenne quello delle Big Six.
Onnipresenti
Più famose dei vestiti che indossavano, le supermodel diventarono presto icone onnipresenti, incarnando quel fenomeno sociale che si esprimeva attraverso il culto della personalità.
Dalle passerelle alla pubblicità, dalle copertine agli articoli
La loro immagine era ovunque, su ogni passerella, in ogni pubblicità, ma anche sulle copertine delle riviste non di moda e sulle colonne della stampa quotidiana.
Globalizzazione…
Gli anni 80 furono un’epoca di globalizzazione della moda. I gruppi di lusso acquistavano i vari marchi, che non erano più nazionali o regionali. Anche la comunicazione diventò globale.
Effetti del crack dell’87
Il crack della Borsa di New York dell’ottobre 1987 non aveva ridotto gli enormi budget che le aziende erano disposte a pagare e visto che le attrici non volevano fare pubblicità, le modelle presero il loro posto.
…e corpi atletici
Si trattava di una continuazione del power dressing, con le donne che si affermavano attraverso i loro abiti e diventavano dominanti nel mondo degli affari, ma anche un segno dell’importanza assunta dall’abbigliamento sportivo negli anni 80, che richiedeva corpi atletici.
Prima e dopo
Prima dell’era delle supermodel, le modelle erano conosciute unicamente per le loro doti di fotogenia e rimanevano nel loro campo. Con questa nuova generazione passavano dall’uno all’altro senza alcuna barriera, andando ben oltre il lavoro di modella.
Naomi Campbell
Scoperta all’età di 15 anni mentre faceva shopping a Covent Garden, il primo servizio di copertina di Naomi Campbell la vide fotografata nel deserto con un look Chanel impreziosito da camelie.
1987
Era il dicembre 1987 e l’apparizione la rese una delle due sole ragazze di colore in copertina dal 1966.
Christy Turlington
Nel luglio 1986 Christy Turlington fece la sua prima apparizione sulla copertina di British Vogue, vestita con un colletto bianco di Donna Karan.
Linda Evangelista
Linda Evangelista ha sempre saputo che avrebbe fatto la modella. Si è iscritta al concorso di Miss Teen Niagara nel 1988, quando aveva solo 15 anni.
Cindy Crawford
Due anni dopo aver abbandonato la laurea in ingegneria chimica alla Northwestern University Cindy Crawford ottenne la sua prima copertina di British Vogue nel gennaio 1987.
Imitata
Anche se in seguito sarebbe diventata la sua firma – e sarebbe stata imitata da migliaia di donne in tutto il mondo – il suo neo era stato eliminato con l’aerografo.
Playboy
Fu la più ambita e l’unica a comparire per ben 18 volte sulle cover di Vanity Fair.
1988
Noi scegliamo di mostrarvela sulla copertina dell’edizione del luglio 1988 di Playboy, perché proprio lì viene definita supermodel.
Il servizio fotografico senza veli
Nel 1988, il gruppo, a cui si aggiunge Stephanie Seymour (Stephanie Michelle Seymour 1968), fu fotografato nudo da Herb Ritts (Herbert Ritts Jr. 1952-2002) per Rolling Stone.
Cult
E l’immagine divenne molto celebre.
Le foto di Lindbergh
Ma il servizio fotografico che, nonostante fosse stato inizialmente rifiutato, diventò poi iconico fu quello del fotografo tedesco Peter Lindbergh (1944-2019).
1988
Nel gennaio 1988 egli immortalò sulla spiaggia di Santa Monica in California sei giovani donne che si muovevano in camicia bianca e senza trucco: Linda Evangelista, Karen Alexander (1972), Christy Turlington, Estelle Lefébure (1966), Tatjana Patitz e Rachel Williams (1967).
In camicia bianca
Il fotografo scelse di far indossare loro solo camicie bianche e nessun altro capo di moda.
Shock
Lo scatto non ritoccato fu uno shock e una rivelazione, in contrasto con la pratica abituale della fotografia di moda.
Rifiutate
La foto fu rifiutata da American Vogue, che ritenne non fosse in linea con la visione della rivista. Peter Lindbergh spiegò al direttore editoriale che preferiva mostrare donne forti e indipendenti, perché non sentiva alcuna affinità con le immagini troppo truccate e stilizzate delle modelle solitamente pubblicate dalla rivista.
E ritrovate
Nel luglio 1988 Anna Wintour (1949), divenuta direttore editoriale di Vogue, scoprì troppo tardi le immagini rifiutate dai suoi predecessori. Lindbergh le aveva proposte nel frattempo al caporedattore di British Vogue, che aveva deciso di pubblicarle nel numero di ottobre 1988.
100 Years of Vogue
Anni dopo, nel libro 100 Years of Vogue, l’immagine con le camicie bianche è stata indicata come la più suggestiva del decennio 1980. (A.F. per 70-80.it)