Viola Valentino (Virginia Minnetti, 1949), la cantante che negli anni 80 ha riscosso grande successo con titoli come Comprami, Romantici, Sola, Sera coi fiocchi, racconta a 70-80.it il suo percorso musicale. L’intervista a Viola, in passato legata a Riccardo Fogli (1947), è stata anche l’occasione per presentarci il suo compagno Francesco Mango (1983), cui abbiamo chiesto di parlarci un po’ di lei.
Gli esordi di Viola Valentino
(70-80.it) – Cominciamo dai tuoi esordi Viola, per lo meno quelli con il grande pubblico, quindi da quel tuo primo singolo Dixie, che nasce nel 1968 grazie all’incontro con Gino Paoli (1934). Come andò esattamente? C’è qualche aneddoto che vuoi raccontarci?
(Viola Valentino) – Sì, mi ricordo molto bene quel giorno. A quell’epoca c’era Riki Maiocchi (1940-2004) dei Camaleonti che abitava a Sesto S. Giovanni, dove vivevo io e spesso facevamo il viaggio insieme in metropolitana. Una sera mi chiese di accompagnarlo a consegnare una cassetta. Andammo in centro, in galleria Vittorio Emanuele, entrammo e vidi la scritta “Senza Fine” con due persone che cantavano… ho capito solo dopo che erano Gino Paoli e Ornella Vanoni (1934).
L’incontro con Gino Paoli
Io allora facevo la modella e vestivo in un modo particolare, un po’ stravagante. Portavo un cappotto nero lungo e un basco e Gino cominciò a scrutarmi da capo a piedi e a un certo punto, senza neanche chiedermi come mi chiamavo, mi disse “sai cantare, tu?” Io risposi “no” perché non avevo mai cantato, ero molto giovane. Lui mi disse “perché io sto cercando una persona con le tue caratteristiche, un po’ francesi” e insistette così tanto che alla fine dissi “ok, proviamo”. Così lui mi fece incidere Dixie per la Durium. Io allora però non lo sentivo ancora il mio mondo, forse ero troppo piccola.
Comprami
(70-80.it) – Il successo vero poi esplode nel 1979 con il celebre brano Comprami che ha venduto più di 500.000 copie in pochi mesi. Un successo incredibile che forse non ti aspettavi…
(V.V.) – Assolutamente no, non me l’aspettavo e devo ancora capire se sono stata io a rincorrere la musica o se la musica ha rincorso me…
Un titolo travisato
(70-80.it) – Riguardo al titolo e al testo di Comprami tu hai dichiarato che sono stati travisati e che in realtà non si trattava di vendersi per denaro. Era sicuramente una provocazione che ti ha portato anche fortuna… ma ci spieghi qual era esattamente l’invito implicito nel testo?
(V.V.) – La canzone diceva “comprami” ma con dell’amore, dell’affetto, non per denaro. Si trattava di “vendersi” in cambio di attenzioni: “una parola, un gesto, una poesia mi basta per venir via…” questo dice poi il testo della canzone.
Viola Valentino attrice
(70-80.it) – Hai avuto anche esperienze importanti come attrice. Sul grande schermo, nel 1982 al fianco di Tomas Milian (Tomás Quintín Rodríguez, 1933-2017) in Delitto sull’autostrada, nella cui colonna sonora c’è anche il celebre brano Sola, e sul piccolo schermo, l’anno successivo in Due strani papà con Franco Califano (1938-2013) e Pippo Franco (1940). Nel 1986 poi partecipi al film per la tv Le volpi della notte con Fabrizia Carminati (1955) e Pamela Prati (Paola Pireddu, 1958). Come ti trovavi nel ruolo di attrice? Hai mai pensato di continuare su quella strada o la musica era comunque prioritaria?
(V.V.) – La musica era sicuramente prioritaria però onestamente il cinema mi piace e mi piacerebbe anche avere la possibilità di un nuovo invito da parte di qualche regista o produttore che mi proponesse qualcosa. Io ho avuto la fortuna di lavorare con Tomas Milian, con Bruno Corbucci (1931-1996) che era una persona splendida, con Bombolo (Franco Lechner, 1931-1987) e Gabriella Giorgelli (1941).
Il cinema
Il cinema mi è sempre piaciuto… anche se poi fa paura tutto, fa paura salire sul palco di Sanremo, fa paura fare una trasmissione anche secondaria, si tratta sempre di sfide.
La musica, un destino
(70-80.it) – E tu ti sei sempre messa in gioco, ti sei sempre esposta anche da giovanissima, ricordiamo per esempio la tua partecipazione al Festivalbar, giovanissima e disinvolta davanti a una platea immensa…
(V.V.) – Quanto alle sfide.. io avrei voluto fare il medico da grande e non ho potuto fare quel tipo di studi, perché la mia non era una famiglia ricca, mio padre era un pittore. Poi io e la musica ci siamo incontrate e ha scelto un po’ lei per me.
Il Festival di Sanremo
(70-80.it) – Torniamo al 1982, il tuo primo Festival di Sanremo, dove porti Romantici che fu un grandissimo successo. Poi hai partecipato anche l’anno successivo. Hai qualcosa da raccontarci sull’emozione di cantare su quel palco? Cosa ha significato per te la partecipazione a Sanremo?
(V.V.) – È stata estremamente significativa. Poi io non mi sono mai più ripresentata a Sanremo avrei potuto farlo, ma sono accadute tante cose quindi la testa poi vola in direzioni diverse. È stata una mia precisa scelta non ripresentarmi più, ma non è detto che non possa succedere, magari l’anno prossimo. Purtroppo è una questione che non dipende solamente dall’artista, ci sono etichette, ci sono edizioni, ci sono tante cose che bisogna valutare prima di proporsi; poi bisogna avere un brano molto forte, una spinta alle spalle, far ascoltare il brano in un modo piuttosto che in un altro…
Il ruolo della bellezza
(70-80.it) – Ti ricordiamo bellissima, tra l’altro, su quel palco con un vestito spaziale, un viso splendido, una coreografia minimalista, ma potente…
(V.V.) – Ero bella, ma io ho sempre giocato un po’ su questo mio aspetto fisico, cercando di trasmettere l’essere umano più che la bella donna.
L’evoluzione del timbro vocale
(70-80.it) – Riguardo al tuo modo di cantare, sei diventata famosa con questo stile molto particolare, una voce sussurrata che ti identificava come un’interprete un po’ sexy se vogliamo, ma in modo raffinato e al tempo stesso anche un po’ dolce, gentile quasi infantile. In seguito il tuo modo di cantare è evoluto, hai ritrovato un timbro di voce differente. È stata un’evoluzione legata a un tuo bisogno di esprimerti diversamente o esigenze di mercato o cos’altro?
(V.V.) – No, è stata proprio una mia decisione di esprimermi come posso e so, cioè con un altro tipo di vocalità. E’ stata una mia scelta perché ho voluto mostrare che la voce non mi mancava. Il modo di cantare precedente mi era stato un po’ imposto da Giancarlo Lucariello (1948), che allora era il mio produttore.
Ritrovare se stessa
(70-80.it) – È stato quindi anche una modo per ritrovare te stessa…
(V.V.) – Sì e l’ho fatto da sola, sinceramente perché a una certo punto mi sono ribellata all’immagine di una cantante che, tutto sommato, era considerata una sfiatata. Che mi aveva comunque anche portato fortuna, ma poi c’è stata una maturazione, una crescita, per cui a un certo punto ho tirato fuori me stessa.
Viola Valentino e l’impegno nel sociale
(70-80.it) – A proposito del tirar fuori te stessa, quello in cui credi e ti impegni, farei un salto al 2009 quando pubblichi un EP di brani inediti, I tacchi di Giada, dedicato al tema della violenza sulle donne. Spesso ti sei fatta paladina dei diritti dei più deboli quando hai utilizzato la tua fama anche per sensibilizzare contro l’omofobia o il maltrattamento degli animali. Quanto pensi che possa fare la musica in questo senso?
(V.V.) – Bisogna essere seguiti da ascoltatori sensibili. Se si ascolta una canzone in radio che parla della violenza sulle donne ci si fa caso se si ha già un certo tipo di sensibilità. Gli album in cui ho trattato questi temi sicuramente sono piaciuti a un determinato tipo di pubblico. Oggi come oggi fare musica non è facile. Io cerco di andare verso la verità, raccontare quello cui il pubblico a volte passa davanti senza accorgersene.
Giada esiste
Giada esiste, la sua è una storia vera, lei è stata violentata per davvero. Anche “Ti amo troppo” è una canzone che parla di violenza sulle donne ma molti altri miei brani si rivolgono al sociale. ”Il suono dell’abbandono” ci parla attraverso i pensieri che potrebbe avere un cane abbandonato dal padrone. Sembro una artista semplice, ma non lo sono. Non trascuro il sociale.
Le produzioni più recenti
(70-80.it) – Nel 2017 hai pubblicato l’album live Eterogenea con i tuoi successi e hai fatto anche una collaborazione con The Moors, che ti ha portato a esplorare l’universo del reggaeton, insomma hai continuato a evolverti, a maturare.
(V.V.) – Ho fatto anche un altro album “Sarà per sempre” che è possibile scaricare on line e che viene introdotto da un pensiero di Madre Teresa di Calcutta.
La spiritualità di Viola Valentino
(70-80.it) – A questo proposito volevo farti una domanda sulla tua spiritualità. Hai fatto un percorso in questo senso che forse ti ha portato verso il buddhismo o comunque verso un’idea di spiritualità diffusa che probabilmente ti ha dato anche la forza di affrontare i problemi della vita. Vuoi raccontarci qualcosa?
(V.V.) – Io sono cristiana di base, però diciamo che ho un’attrazione nei confronti anche del buddhismo. Sono molto sensibile e valuto le cose che leggo e che vedo, ho un senso critico. Credo in Cristo e non credo nei preti. Tante cose le trovo giuste altre no; alcune le apprezzo nel cristianesimo, altre nel buddhismo.
I progetti
(70-80.t) – Vuoi aggiungere qualcosa: un ricordo, un progetto?
(V.V.) – Il mio progetto è ricominciare a salire su un palco, è deprimente stare due anni senza cantare in pubblico. Oltre tutto ci sono tante incongruenze visto che in alcuni eventi come abbiamo visto a Sanremo non c’è poi tutto questo distanziamento, mentre nei concerti, nelle serate nelle discoteche, nei teatri ti dicono di no. Negli ultimi 10 giorni mi sono saltati 7 concerti. È deprimente, le ultime cose che sono riuscita a fare le ho fatte con un chitarrista, perché una sola persona potevo portare… Si perde anche la continuità con il pubblico e la connessione con la propria capacità di performare.
Il giovane compagno Francesco Mango
(70-80.it) – Per concludere visto che c’è il tuo compagno Francesco accanto a te, vuoi presentarcelo?
(V.V.) – Volentieri, vivo con lui da 10 anni e anche se è molto più giovane di me, ha due figli: una ha quasi 20 anni.
(70-80.it) – Francesco, raccontaci cosa ti ha colpito di Viola Valentino.
(F.M.) – La prima immagine che ho di lei risale alla sua partecipazione nel film che fece con Tomas Millian. Ricordo la sua interpretazione della canzone Sola. Soprattutto per Roma quel film è stato molto incisivo, raccontava proprio il nostro essere romani.
(70-80.it) – Avete una differenza d’età abbastanza importante, all’epoca eri molto giovane. Si può dire che fu una specie di colpo di fulmine ante litteram?
(F.M.) – Avevo 11 anni e ricordo questa ragazza acqua e sapone e mi sembrava che chiunque dovesse desiderarla per la sua bellezza unica e autentica. Vivevo in una periferia di Roma e dissi a un mio amico “un giorno questa ragazza diventerà mia moglie!” . E poi è accaduto.
Viola Valentino compagna di viaggio
(70-80.it) – Una cosa romanticissima! Ma raccontaci anche qualcosa della donna con cui vivi giorno per giorno, un ritratto di Viola nel quotidiano
(F.M.) – È la mia compagna, è una compagna di viaggio, non penso a lei come a una cantante.
Quando mi sono ammalato mi è stata accanto, ha preso le redini e mi è stata molto vicina. Stare con Viola Valentino a volte non è facile, perché la gente pensa, a causa della differenza d’età, che ci siano altre cose, opportunismi. Di lei posso dire che è stata capace di placare un sacco di cose a livello mio psicologico. Soprattutto nel 2014 quando è morta mia madre. Dopo 10 anni ho imparato anche a conoscere cosa questo lavoro rappresenta per lei, quanto dà lei alle persone. È la persona più bella del mondo a livello umano, ha aiutato molte persone finché ha potuto. Gli anni della pandemia li ha affrontati con difficoltà, ha avuto i suoi alti e bassi, anche quando era assieme a Riccardo Fogli, che ho conosciuto e ritengo essere una bella persona. (A.F. per 70-80.it)