Il fine era lodevole: sensibilizzare i consumatori nei confronti di additivi chimici negli alimenti pericolosi per la salute.
Il mezzo, tuttavia, appariva quantomeno non dosato. Una campagna di terrorismo mediatico che, attraverso, opuscoli distribuiti financo nelle scuole elementari, con bambini letteralmente spaventati, metteva al bando una serie di coloranti alimentari. Tra cui il famigerato E 125 (scarlatto), insieme al colorante E 123 (amaranto), oggetto di diversa regolamentazione.
… che si trovava ovunque
Col risultato che più che essere bandito il colorante E 125, da lì in poi, per molti anni, fu guardato con sospetto qualsiasi prodotto alimentare anche velatamente rosso.
Martellamento
Così bibite, ghiaccioli, merendine, caramelle, ecc. furono oggetto di un martellamento psicologico infernale da parte di mamme, nonne, zie che richiamavano l’attenzione di noi bambini sul colore diabolico (in tutti i sensi).
Al bando
Ovviamente, al bando finirono anche diversi prodotti per adulti, come liquori e bevande.
La direttiva 76/399/CEE
La fonte normativa che aveva disposto il divieto era la Direttiva 76/399/CEE del Consiglio delle Comunità Europee, del 6 aprile 1976, relativa ad un aggiornamento “al ravvicinamento delle regolamentazioni degli Stati Membri sulle sostanze coloranti che possono essere impiegate nei prodotti destinati all’alimentazione umana“.
Divieto di colori
I coloranti vietati dal disposto comunitario erano: E 105 Giallo solido, E 111 Arancio GGN, E 121 Oricello, orceina, E 125 Scarl27atto GN, E 126 Ponceau 6 R, E 130 Blu antrachinone (blu d’indantrene RS), E 152 Nero 7984, E 181 Terra d’ombra bruciata.
La norma
La norma europea precisava che “il divieto di tali sostanze deve essere posto in atto in modo da tutelare la sanità pubblica, evitando al tempo stesso, per quanto possibile, eventuali perturbazioni di carattere tecnologico ed economico”.
Decorrenza del divieto: 1° gennaio 1978
A decorrere dal 1° gennaio 1978, la commercializzazione dei prodotti destinati all’alimentazione umana contenenti una o più sostanze coloranti elencate era quindi da considerarsi vietata.
Tra tanti vietati, ricordiamo solo il colorante rosso. Perché?
Tuttavia, stranamente, tutti noi ricordiamo solo il divieto relativo al colore rosso. Come mai?
La spiegazione
Una spiegazione sembra risiedere nel fatto che, tra tutti quelli inibiti, il colorante E 125 (insieme, come vedremo, tra poco, all’E 123) era uno di quelli più presenti negli alimenti. O forse perché il rosso era già da solo un segnale d’allarme?
Tossico anche il colorante E 123
Non a caso, come anticipato, insieme al codice E 125 un altro colorante affine, E 123 Amaranto, era stato in precedenza dichiarato tossico, come attestato dalla tabella storica sopra riportata.
Podcast
Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (M.L. per 70-80.it)