L’omicidio di Annarella Bracci, avvenuto il 18 febbraio 1950 nel quartiere popolare di Primavalle a Roma, è rimasto uno dei più inquietanti irrisolti casi di cronaca nera dell’Italia del secondo dopoguerra di cui si continuò a parlare negli anni 70 e 80 (e oltre).
La bimba di dodici anni
La vittima, una bambina di dodici anni conosciuta come Annamaria Bracci o Annarella, nata il 15 dicembre 1937, viveva in una situazione familiare difficile: risiedeva in via Lorenzo Litta, lotto 25, scala L, insieme alla madre (separata dal marito, padre della bambina) ed ai numerosi fratelli.
Un contesto deprimente
Annarella, costretta a guadagnare qualche soldo svolgendo piccole commissioni e occupandosi delle faccende domestiche per i vicini, viveva in un contesto deprimente.
Nel cuore del degrado
Primavalle, nel dopoguerra, era caratterizzata da un ambiente degradato, con poche case popolari, scantinati, scarsità di trasporti pubblici e condizioni igieniche precarie, inclusi sistemi fognari a cielo aperto.
Scomparsa
La sera del 18 febbraio 1950, Annarella scomparve mentre era uscita per acquistare carbone e non fece ritorno a casa. Le forze dell’ordine, inizialmente indifferenti al caso, avviarono le ricerche solo sei giorni dopo, sollecitate dalla protesta della comunità locale.
Ricompensa a chi la trova
I giornali iniziarono a dare rilievo alla scomparsa attorno al 23 febbraio. La situazione suscitò una grande empatia nel pubblico, tanto che un ricco barone promise una ricompensa di 300.000 lire per chi avesse trovato la bambina (cioè circa 5.000 euro attuali).
Il cadavere nel pozzo
Il 3 marzo, il corpo della piccola fu rinvenuto in un pozzo profondo tredici metri, tra via Torrevecchia e l’attuale via Cogoleto.
Sogno premonitore
Il ritrovamento va ascritto al nonno della vittima, che esplorò le zone circostanti dopo aver dichiarato di aver sentito la voce della nipote in un sogno.
Drammatico ritrovamento
Un segnale che lo avrebbe spronato nella ricerca, portandolo ad ottenere la ricompensa offerta dal barone.
L’area
È importante notare che l’area in cui fu trovato il corpo, ora densamente urbanizzata, all’epoca era una zona rurale.
Opinione pubblica sconvolta
L’evento sconvolse non solo la comunità di Roma ma suscitò un forte impatto a livello nazionale.
Il biondino di Primavalle
Qualcuno rivelò che quella sera Annarella era stata vista in strada, seduta su un muretto, mentre mangiava castagne con Lionello Egidi detto Il biondino di Primavalle, amico di famiglia e presunto amante della mamma, Marta Fiocchi.
Condannato poi assolto
L’uomo inizialmente confessò l’omicidio di Nannarella, ma poi ritrattò. Nel 1955 fu condannato a ventisei anni e otto mesi di reclusione. Nel 1957, tuttavia, fu assolto definitivamente.
La folla al funerale
Il funerale di Annarella, finanziato dal Comune a causa dell’estrema povertà della famiglia, vide la partecipazione delle massime autorità locali, del prefetto, di alti funzionari della polizia e di una folla numerosa, principalmente proveniente dalle periferie della città.
Centomila persone
Quasi tutti i quotidiani dell’epoca concordarono su una cifra di partecipanti superiore alle centomila persone.
Sulle pagine dei giornali
L’emozione provocata da questo tragico evento dominò le pagine dei giornali romani e portò ad interventi significativi, come quelli di Curzio Malaparte (1898-1957) sul Tempo e di Pietro Ingrao (1915-2015) sull’Unità, oltre alla creazione di una serie di monografie, tra cui una quasi agiografica.
Walter Molino
Persino il celebre disegnatore Walter Molino (1915-1997) trasse ispirazione per la copertina della Domenica del Corriere, sottolineando l’ampia eco che il caso ebbe sulla società dell’epoca.
Podcast
Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (E.M. per 70-80.it)