Nei primi anni ’70 era un must dei preadolescenti: la bicicletta da cross con gli ammortizzatori, aspettativa dei promossi e per qualcuno di un facoltoso Natale.
Saltafoss, Crash, Graziella-Leopard
La Saltafoss (della Carnielli) o la Crash (nomen omen), ma anche l’imbarazzante Graziella-Leopard (una contraddizione nei termini), erano l’ideale.
Bastava la sella lunga
Ma qualsiasi bicicletta che avesse avuto la sella lunga, il cerchio per il numero davanti (o almeno la barra coi buchi per ospitarla), le luci con la batteria e gli ammortizzatori, sarebbe andata benissimo.
Cross Chopper per l’elite
Ma il sogno irraggiungibile per tutti era il chopper da cross, con la marcia, i doppi fari, la tromba (ed in seguito la biciradio), che solo il ristretto gruppo dei TinTin-Agers poteva permettersi.
TinTin
Presentato nel Carosello (ci apriremo presto una parentesi) della merendina TinTin Alemagna nell’ottobre 1971, il Chopper da cross ispirato al film Easy Rider era appunto l’estensione materiale dei TinTin Agers.
Esseri mitologici
Di questi ultimi esseri mitologici i bambini-ragazzi della fine anni ’60, primi ’70 fantasticavano. Tecnicamente erano i prescelti dai vertici della Alemagna nel concorso che metteva in palio la easy cross bike.
Status symbol
Ma nella sostanza erano una ristretta elite che avrebbe certamente governato il mondo, visto che, oltre che di un notevole fondo schiena, godevano di un’oggettiva bellezza – testimoniata dalle immagini dello spot e delle inserzioni su Topolino -, di stupende ragazzine al seguito.
Il concorso
Insomma, una volta divenuto un TinTin Ager la vita sarebbe stata certamente in discesa. Pochi, a memoria, hanno però conosciuto un vincitore del concorso, cioè un TinTin Ager. Pur mai dubitando che siano esistiti.
Trauma
E’ però un dato di fatto che il subconscio di molti cinquantenni-sessantenni patisce ancora oggi il trauma di non essere diventato un TinTin-Ager.