Chissà chi l’aveva inventata. Non certo qualcuno che aveva la piena consapevolezza della capacità di bambini e ragazzi di utilizzare con cautela uno strumento pericoloso per i quaderni a righe e quadretti. La micidiale gomma Pelikan, che nasceva ottagonale ma diventava rotonda con l’uso, era una vera e propria arma di distruzione di massa per le pagine.
Il mattoncino bicolore
Al pari della versione a mattoncino di due colori, rosso (morbido, per cancellare i tratti in grafite) e blu (per tentare di rimuovere lo scritto ad inchiostro), la gomma Pelikan era di norma custodita nell’astuccio con la cartuccera ad elastico.
L’astuccio
Dove peraltro difficilmente trovava posto stante la sua conformazione atipica. Sta di fatto che era un killer per la carta: bastava un passaggio in più, oppure una pressione eccessiva ed il buco era assicurato.
Potenziamento
E guai ad umidificarla con la saliva: le sue potenzialità distruttive aumentavano a dismisura.
Rassicurazioni di Pelikan
Eppure Pelikan ha sempre assicurato la bontà del suo prodotto: “Cancella inchiostro, penna a sfera, matite colorate e molto altro“.
Smentite dai piccoli professionisti dello strappo
Sarà, ma noi utilizzatori assidui dell’arma scolastica, difficilmente non abbiamo immolato almeno una ventina di fogli sul suo altare. E, oltretutto, il suo sapore in bocca non era nemmeno buono. Eppure a distanza di tanti decenni è ancora uno strumento d’uso quotidiano. Misteri della didattica. (M.L. per 70-80.it)